Si tratta di un significativo approfondimento su uno dei motti della profezia di Malachia sui papi.
Ho avuto l'onore di veder pubblicato l'articolo in questione sul periodico "Enigmi" diretto da Dario Gulli, che qui pubblicamente ringrazio.
Gloria
olivae
Per
chi non la conoscesse, la
cosiddetta profezia di Malachia è un testo attribuito al
monaco irlandese medievale San Malachia, ma pubblicato solo nel 1595
ad opera di Arnoldo Wion1,
che riporta un elenco di 112 papi, identificati mediante un breve
motto latino, a partire da Celestino II (1143-1144) e fino al papa
identificato dal motto “Gloria
olivae”,
cui segue una proposizione latina che sembra annunciare la fine della
Chiesa:
“In
persecutione extrema sacrae romanae ecclesiae sedebit Petrus romanus,
qui pasces oves in multis tribolationibus; quibi transactis, civitas
septis collis diruetur, et Judex tremendus judicabit populum suum.”2
Nell'ipotesi
che l'elenco costituisse una profezia, lo sforzo compiuto da molti è
stato quello di attribuire ogni motto latino ad un particolare papa,
seguendo l'ordine dell'elenco, in base a caratteristiche del papa
stesso che il motto poteva ricordare (il nome di famiglia, quello
scelto, lo stemma, la città natale o quella dove esercitò
importanti ministeri, il carattere, le azioni,...). Così,
l'identificazione dei Papi collegati ai motti non è sempre
certa, e talvolta compaiono pure gli antipapi dei periodi scismatici;
tuttavia, va osservato che i motti del periodo recente, quello
post-bellico, presentano una sufficiente aderenza con i Papi che
hanno incarnato il motto stesso.
Questi
i motti associati a ciascun papa a partire dal Novecento.
Lumen
de coelo
..........................................................................Leone
XIII
Ignis
ardens
................................................................................Pio
X
Religio
depopulata.......................................................................Benedetto
XV
Fides
intrepida.............................................................................Pio
XI
Pastor
angelicus...........................................................................Pio
XII
Pastor
et nauta
..........................................................................Giovanni
XXIII
Flos
florum
..................................................................................Paolo
VI
De
medietate
lunae...................................................................Giovanni
Paolo I
De
labore
solis3.......................................................................Giovanni
Paolo II
Gloria
olivae.............................................................................Benedetto XVI
Così
si va dal “Pastor angelicus”
del mite Eugenio Pacelli, Pio XII, al “Pastor et nauta” di
papa Roncalli, Giovanni XXIII, che fu patriarca di Venezia (città
marinara per eccellenza), a “Flos florum” che descrive
perfettamente la caratteristica dello stemma di Paolo VI, che
contiene tre gigli4.
Si arriva poi a “De medietate
lunae” di
Albino Luciani che fu un papa di transito, perché durò
poco più di un ciclo lunare (appena 33 giorni) a causa della
sua morte prematura e mai chiarita, e a “De
labore solis”
attribuito a Giovanni Paolo II, papa Wojtyla, motto spiegabile sia
con la sua provenienza da un paese dell'Est, sia con la sua
attitudine ai viaggi intorno al globo.
Col
presente scritto si intende approfondire il significato del motto
“Gloria olivae”5
attribuito a Benedetto XVI.
L'articolo continua su "Enigmi" di marzo, n.9, che trovate:- in edicola, in versione cartacea
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