sabato 30 marzo 2013

La datazione celata: parte settima

In questo post pubblico ancora una parte del documento completo, che si avvicina ormai al termine.

Riepilogando, siamo giunti a considerare probabili i seguenti elementi contenuti nelle Quartine e nella Lettera a Enrico:
  • il 1° gennaio 1609 “de Liturgie” corrisponderà al giorno della fumata bianca del prossimo Conclave, nell'anno 2013;*
  • nel 1607 “de Liturgie” è avvenuta la cattura (e assassinio) del raìs libico Gheddafi, che incarna “le Roy Maroq”, fatto accaduto il giorno 21 ottobre 2011;
  • nel 1585 “de Liturgie” cadde il muro di Berlino (9 novembre1989).
La cronologia così ricostruita risulta intrinsecamente coerente.
Ora possiamo provare a unire i dati provenienti dalle Sestine.
L'unica Sestina che riporti una data dello stesso tipo è la Sestina 28. Questa introduce il parallelismo tra il 1609 “de Liturgie” e il “quattordicesimo” anno del nuovo millennio, cioè il 2013.
Ebbene, anche questo parallelismo conferma in pieno la datazione precedente.
Abbiamo invece qualche problema per le due Sestine che riportano gli altri due parallelismi, ma che contengono date che non iniziano con il “mil”. Sebbene di poco, in questo caso il parallelismo non è compatibile con il sistema finora delineato.
Consideriamo che tutte le Sestine, tranne la 28, riportano date collocate nell'anno Seicento o Settecento, senza il mille davanti. Si tratta della stessa o di un'altra datazione?
Se si ritiene, come io tendo a ritenere, che si tratti dello stesso sistema di datazione, si può provare a verificare un artificio che N. potrebbe avere usato.(Nota 1) Consideriamo che aggiungere il “mil” davanti, operazione necessaria per rendere confrontabili i due sistemi di datazione, equivale ad aggiungere, in cifre, un numero 1 davanti (606 per indicare 1606); per bilanciare l'aggiunta del numero 1 a sinistra del numero si potrebbe sottrarre il numero 1 dalla cifra finale della data. Nella Sestina 13, si otterrebbe la data 1606 – 1 = 1605, corrispondente al 2009.
Nella Sestina 38, si otterrebbe la data 1615 - 1 = 1614 corrispondente al “diciannovesimo” anno del nuovo millennio, cioè il 2018. Queste date risultano perfettamente conformi alla datazione individuata sopra.
Come giustificare l'uso di un tale artificio?
Non è facile dare una risposta a quella che, per il momento, rimane un'intuizione, sicuramente non priva di arbitrarietà. Un indizio potrebbe trovarsi nella già citata Quartina VI, 2, primo verso: nell'unica quartina in cui si trova una data senza il mille davanti, è indicata un'operazione da compiere: più e meno (plus & moins). Lo stessa operazione potrebbe valere anche per le molte sestine dove sono presenti date senza il mille davanti. Per essere certi di cosa aggiungere e togliere, tuttavia, mancano al momento alcuni elementi.
* Ricordo che tale data è ormai individuata dal giorno 13 marzo 2013, giorno dell'elezione di papa Francesco (al secolo Jorge Mario Bergoglio) al soglio pontificio. 

1 È bene tener presente l'avvertenza che l'uso e la decifrazione degli artifici, molto usato dagli interpreti, si presta assai a forzature e letture atte a confermare ipotesi precostituite.
Con questa premessa ben in mente, il lettore può procedere con la lettura, tenendosi pronto a dubitare delle eventuali forzature introdotte dall'interprete.

CONTINUA...
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domenica 24 marzo 2013

La datazione celata: sesta parte

Continuo stasera con la pubblicazione del documento completo, concludendo la parte relativa alla Chiesa, approfondimento giustificato dall'importanza della Quartina X, 91, che, a mio parere, si è appena avverata (con l'elezione di papa Francesco il 13 marzo scorso).

Non possiamo, infine, non citare un'altra quartina riferita alla Chiesa, la VI, 26:

Quatre ans le siege quelque peu bien tiendra,
Un surviendra libidineux de vie,
Ravenne & Pyse, Veronne soustiendront,
Pour eslever la croix de Pape envie.1

Vi è chi riteneva che tale quartina potesse riferirsi a Benedetto XVI, prima che l'ipotesi venisse smentita dalla maggior durata del suo pontificato.
Gli unici papi del passato che si avvicinano al requisito di aver governato 4 anni sono stati Paolo IV, dal 1555 al 1559, per un totale di 4 anni, 2 mesi e 26 giorni e il moderno Giovanni XXIII, dal 1958 al 1963, esattamente 4 anni, 7 mesi e 7 giorni. Il sostegno di Ravenna, Pisa e Verona all'elezione ha un sapore non certo moderno, tuttavia cardinali provenienti da quelle città possono esservi anche ai giorni nostri tra gli Elettori che partecipano al Conclave; resta il fatto che la segretezza delle operazioni non permette di sapere da chi arrivi il sostegno ai vari candidati che si profilano durante il Conclave. Il secondo verso attribuisce, al successore del papa che tiene il seggio quattro anni, le caratteristiche di “vita libidinosa”.

martedì 19 marzo 2013

La datazione celata: quinta parte

Stasera continuiamo la pubblicazione del documento completo con un breve post.

Vi è un'altra quartina che, pur non contenendo date, si riferisce quasi certamente a un momento importante della vita della Chiesa. È la VIII, 93:

Sept mois sans plus obtiendra prelature
Par son decez grand scisme fera naistre:
Sept mois tiendra un autre la preture,
Pres de Venise paix union renaistre.1

Sebbene la prelatura non sia necessariamente un riferimento al Papa, le conseguenze della morte indicate nella quartina - un grande scisma - impongono che N. si riferisca a un personaggio di rilievo, almeno un cardinale.
Nessun Papa, sinora, ha tenuto il Seggio per 7 mesi, neanche considerando un'approssimazione di giorni in più o in meno. Inoltre, dopo N. non si è verificato alcuno scisma nella Chiesa. Si tratta quindi di un Papa futuro? Cioè il prossimo, se si accetta la profezia di Malachia...
Da notare, comunque, che Prelato è genericamente il dignitario ecclesiastico, ovvero il preposto a un limitato territorio comprendente più parrocchie.
La prelatura personale è invece un'istituzione recente retta da Statuto emanato dalla Santa Sede e volta a specifiche missioni pastorali, formata da laici e religiosi. Fu creata in funzione dell'Opus Dei, unica prelatura attualmente esistente. L'Opus Dei o prelatura della Santa Croce fu fondato il 2 ottobre 1928 a Madrid da Escrivà de Baladier, infine eretta a prelatura personale da papa Woytila il 28 novembre 1982. Per molti versi2 si avvicina a una setta massonica, non segreta.

Rimane comunque probabile il riferimento al Pontificato. In questo caso si può fare un'altra osservazione: il primo e il terzo verso sono molto simili e differiscono infatti solo per le seguenti parole nell'ordine: “sans plus ob un autre”. “Sans plus un autre” significa “senza più un altro”: la locuzione celata potrebbe quindi confermare che ci si riferisca a un Papa cui non ne seguiranno altri. E “ob”? Non lo sappiamo. Un'ipotesi potrebbe essere che rappresenti le iniziali dell'ultimo Papa. Almeno questo, lo scopriremo presto.

Un'ulteriore quartina, molto indagata, merita la nostra attenzione. Si tratta della V, 92:

Apres le siege tenu dix sept ans,
cinq changeront en tel revolu terme:
Puis sera esleu de mesme temps,
Qui des Romains ne sera trop conforme.3

Nell'ipotesi che il termine “siege” si riferisca anche qua al soglio pontificio, quanti papati sono durati 17 anni? Abbiamo solo (dopo Nostradamus, cioè a partire da Paolo IV) Benedetto XIV, che tenne il seggio dal 1740 al 1758 per un totale di 17 anni, 8 mesi e 18 giorni; dopo di lui Pio XI, che fu Papa dal 1922 al 1939 per un totale di 17 anni e... 4 giorni! Per di più, se si tiene conto che il 1924, il 1928, il 1932 e il 1936 sono stati anni bisestili, si potrebbero togliere quattro giorni al computo e raggiungere i 17 anni esatti (sebbene i bisestili esistessero già nel calendario giuliano in uso ai tempi di N. e quindi da lui conosciuti). Ma anche senza voler fare i perfezionisti, si può accettare come ipotesi più che ragionevole che il primo verso si riferisca a lui.

Ebbene, dopo di lui, se si contano cinque Papi che si alternano al governo della Chiesa,4 si succedono Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II. Poi è stato eletto... Benedetto XVI (non sappiamo che significhi “de mesme temps”). Se l'ultimo verso si riferisce a lui, ebbene proprio lui, che sembrava il papa più gradito alle alte sfere della Curia e più tradizionale e conservatore, con la rinuncia al papato ha compiuto un gesto che lo rende non conforme a nessuno dei Papi precedenti dopo Nostradamus; inoltre, subito dopo le dimissioni ha preso le distanze dalla corruzione e dall'interesse personale, quali mali diffusi negli ambienti del potere vaticano. Due buoni motivi per considerare azzeccato il verso.

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Corre l'obbligo di commentare la quartina VIII, 93 con riferimento, anche qui, all'elezione di papa Francesco. Scrissi infatti che avremmo potuto verificare se il termine "ob", unica aggiunta rispetto alla locuzione "sans plus un autre" (ottenibile mediante un artificio dal 1° e 3° verso), racchiudesse le iniziali dell'attuale papa. In effetti, così non è: le iniziali infatti, considerando il solo primo nome, sono JB (Jorge Bergoglio). 
Ma pronunciando il nome, a meno dell'acca aspirata, le iniziali del papa suonano proprio come "OB": una simile interpretazione - che potrebbe apparire un po' forzata - può giustificarsi solo in relazione al modo di Nostradamus di ottenere la visione, che, stando alle molte quartine descrittive, sembra costituito soprattutto da immagini e suoni. Se pertanto egli avesse udito pronunciare il nome del nuovo Papa, avrebbe potuto individuare la O e la B come iniziali del nome e del cognome, anche se è plausibile che, in fase di analisi, egli abbia potuto identificare nel nome spagnolo Jorge il vero nome di battesimo del pontefice; ma a quel punto, può aver deciso di utilizzare un artificio.
La questione, pertanto, non può dirsi risolta (anche se, considerando il fatto una pura coincidenza, sarebbe suggestivo), e anche in questo caso non posso che dire: aspettiamo il compimento dei sette mesi di "prelatura" e vedremo...se la quartina si riferiva a lui.


1Sette mesi senza più otterrà prelatura / Per il suo decesso grande scisma farà nascere; /
Sette mesi terrà un altro la pretura / Vicino a Venezia, pace unione rinasceranno.
2L'Opus Dei è aterritoriale e comprende tre livelli: quello dei Numerari, sacerdoti e laici a tempo pieno nell'Opera, che vivono in una grande famiglia e hanno l'obbligo di celibato, unici elettori; gli Aggregati, laici che vivono al di fuori dell'Opera, ma fanno i voti di povertà, castità e obbedienza; i Soprannumerari, persone comuni che partecipano quali volontari. Tra il singolo e l'Opus vi è un vincolo contrattuale di incardinamento.
3Dopo il seggio tenuto diciassette anni, / cinque cambieranno in tale termine compiuto: / Poi sarà eletto nei medesimi tempi, / Colui che ai Romani non sarà troppo conforme.
4(la spiegazione di “en tel revolu terme”, suggerita da alcuni interpreti, potrebbe essere “facendo passare 39 anni a partire dal 1939”, anno in cui muore appunto Pio XI: in questo modo si compirebbe di nuovo il numero 39 già presente nell'anno 1939; infatti il quinto papa successivo è Wojtyla che sale al soglio nel 1978)

lunedì 18 marzo 2013

La datazione celata: quarta parte

Continua, con questo post, la pubblicazione "a puntate" del documento completo (pubblicato il giorno 11 marzo scorso con datazione e attribuzione legalmente documentate). In questo post entreremo nel vivo di due quartine centrali che hanno guidato la ricostruzione della datazione celata e che predicono eventi accaduti in...momenti recenti della storia trascorsa.

Per procedere, occorre fare riferimento anche alle Sestine, che tuttavia, come già precisato, danno degli indizi importanti ma non risultano determinanti per l'individuazione della corrispondenza tra la datazione celata e quella reale. Le Sestine sono 58 e in molte di esse vi sono riferimenti ad anni che iniziano con il “six cens” (particolare che permette di ipotizzare un diverso autore, che forse si collegava alle profezie di Nostradamus avendone compreso la chiave).

Vi sono tre Sestine che riportano un particolare parallelismo.
Nella Sestina 13, i primi due versi recitano:

L'auanturier six cens & six ou neuf,
Sera surpris par fiel mis dans un oeuf[...]1

Nella Sestina 28, sempre i primi due versi:

L'an mil six cens & neuf ou quatorziesme,
Le vieux Charon fera Pasques en Caresme[...]2

domenica 17 marzo 2013

La datazione celata: terza parte

Continuiamo l'esame delle quartine e dei passi aventi una datazione.

Vi è ancora la VIII, 71:

Croistra le nombre si grande des astronomes,
Chassez, bannis & livres censurez,
L'an mil six cens & sept par sacre glomes
Que nul aux sacres ne seront asseurez.1

Il contenuto, in particolare dei primi due versi, è calzante per la prima metà del Seicento, quando, con il crescere delle osservazioni astronomiche di Keplero, Copernico, Galileo ed altri, vengono formulate nuove spiegazioni per il funzionamento di quello che oggi chiamiamo “sistema solare”, mettendo in dubbio prima e superando poi il dogma tolemaico–aristotelico che aveva dominato, intrecciandosi con la Sacra Scrittura, nella concezione precedente. In seguito a ciò, la Chiesa reagì cercando di preservare il vecchio ordine e di soffocare le nuove scoperte scientifiche: i libri di Copernico furono messi all'indice (1616), Galileo fu costretto ad abiurare (1633) e così via. L'ultimo verso potrebbe tradursi in due modi: il primo “non saranno ammessi alle cose sacre, ai Sacramenti”, il secondo “nessuno di loro (doppia negazione) sfuggirà alla persecuzione degli Ecclesiastici”. Glomes, “gomitolo”, è stato tradotto da alcuni interpreti con “assemblea”.
Tuttavia, nel 1607 non abbiamo trovato un fatto rilevante che giustifichi la scelta di quell'anno (salvo le osservazioni del XXV passaggio della Cometa di Halley, fatte da molti astronomi, tra cui Keplero).
Complessivamente, comunque, propendiamo per ritenere la data indicata come “in chiaro”.

Infine si registra la famosa quartina X, 72:

L'an mil neuf cens nonante neuf sept mois,
Du ciel viendra un grand Roy d'effrayeur:
Resusciter le grand Roy d'Angolmois,
Avant apres Mars regner par bon heur.2

Non ci addentriamo nelle ipotesi formulate per individuare in qualcuno il gran Re del terrore che sarebbe venuto nel luglio-agosto del 1999. La data indicata non ha, al momento, una spiegazione semplice.

Vi sono poi le date indicate nella lettera a Enrico.
Nella prima parte della lettera Nostradamus sembra voler indicare, misteriosamente, una chiave interpretativa degli eventi profetici narrati mentre al passo X e XI afferma:

[...]Toutefois esperant de laisser par écrit les ans, villes, citez, regions, ou' la pluspart adviendra, meme de l'année 1585, et de l'année 1606, accommencant depuis le temps present, qui est le 14 de Mars 1557, et passant outre bien loing iusques à l'advenement, qui sera apres au commencement du 7 millenaire profondement supputé[...]”3

A parte il fatto che la lettera è datata 27 giugno 1558 (e non 14 marzo 1557), si deve rilevare che indicare gli anni 1585 e 1606 come anni rilevanti, tali da doverli sottolineare in questo passo apparentemente generico, sembra privo di senso: non sono certo anni nei quali siano accaduti fatti di particolare importanza storica. Diversa conclusione potrebbe forse trarsi se si pensasse che tali anni appartengano alla cronologia celata, secondo lo stesso schema presente anche nelle Quartine.

Da queste note sono emerse quindi le date 1585 e 1606 (Lettera a Enrico), 1607 (Quartina VI, 54) e 1609 (Quartina X, 91), oltre a qualcun altra dubbia, da poter considerare come appartenenti a una datazione celata.

Sampietro ha fatto determinati calcoli per individuare le date reali, soprattutto a partire dalla complessa cronologia biblica riportata nella lettera a Enrico, ma non sono privi di forzature e arbitrarietà e conducono, comunque, a risultati numerici già smentiti dalla storia.

Già nel 2005 avevamo fatto un'ipotesi diversa. La esporremo per sommi capi, indicando poi quali eventi confortano e rafforzano tale conclusione. Conclusione che lascia aperti, è bene dirlo in anticipo, innumerevoli sviluppi delle profezie e non pretende di portare nessuna “vera” traduzione del codice o soluzione definitiva, come hanno fatto molti interpreti un po' presuntuosi che si autonominano esperti di Nostradamus. Cercheremo solo di aggiungere un tassello ai molti studi già condotti e di stimolare ulteriori progressi nella comprensione delle opere del veggente.

Per procedere, occorre fare riferimento anche alle Sestine, che tuttavia, come già precisato, danno degli indizi importanti ma non risultano determinanti per l'individuazione della corrispondenza tra la datazione celata e quella reale. Le Sestine sono 58 e in molte di esse vi sono riferimenti ad anni che iniziano con il “six cens” (particolare che permette di ipotizzare un diverso autore, che forse si collegava alle profezie di Nostradamus avendone compreso la chiave).

CONTINUA...
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Prima di concludere, faccio un'altra incursione nell'attualità per segnalare altre due frasi del nuovo sommo pontefice che mi hanno colpito.

Ricorderete che la sera dell'elezione avevo commentato la (ormai famosa) frase in cui papa Bergoglio disse: "il dovere del Conclave era di dare un vescovo a Roma, sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo". Una battuta di spirito, di cui avevo commentato la possibile ambivalenza di significato.
Il giorno dopo, a papa Francesco, che sta dimostrando molta spontaneità, è venuta una nuova battuta. Rivolgendosi ai Cardinali, il papa ha scherzato: "Che Dio vi perdoni per quello che avete fatto!" Un modo per schermirsi dalla difficile responsabilità che gli tocca e un rimprovero bonario e ironico a coloro che lo hanno messo in questa situazione...Ma la frase può significare almeno altre due cose. Potrebbe aver voluto riferire ai cardinali quest'esortazione per qualcos'altro che essi hanno fatto, qualcosa di meno ovvio del significato apparente della frase. 
Oppure potrebbe aver voluto dire semplicemente quello che ha detto.

Altri hanno già notato l'insistenza in questi primi giorni sul concetto del diavolo, che non è certo di moda nella Chiesa moderna. Come se avvertisse il male molto vicino a sé. Nell'omelia del secondo giorno, di fronte ai cardinali, ha detto, riferendosi a chi confessa senza la croce, facendo una citazione: "Chi non prega il Signore prega il diavolo; quando non si confessa Gesù Cristo si confessa la mondanità del diavolo, la mondanità del demonio". Quindi il papa propone, netta, una scelta di campo: chiunque di noi sta da una parte o dall'altra. Parla in generale o ha in mente qualcuno?
AL prossimo post.

1Crescerà il numero così grande degli astronomi, / Cacciati, banditi e i libri censurati, / L'anno mille sei cento e sette per sacro [gomitolo?] / Che nessuno alle cose sacre non saranno assicurati.
2Nell'anno mille nove cento novanta nove sette mesi, / Dal cielo verrà un gran Re del terrore: / Resusciterà il gran Re d'Angolmois, / Prima dopo Marte regnerà per sorte.
3[...]Tuttavia, sperando di lasciare per iscritto gli anni, paesi, città, regioni, in cui la maggior parte avverrà, anche dell'anno 1585, e dell'anno 1606, cominciando dopo il tempo presente, che è il 14 marzo 1557, e passando oltre ben a lungo fino all'avvenimento, che sarà dopo l'inizio del millennio 7 profondamente valutato[...]

venerdì 15 marzo 2013

La datazione celata: seconda parte

Dopo la doverosa e importante digressione sull'attualità, con la clamorosa conferma della datazione celata mediante la verifica della X, 91 con l'elezione di papa Bergoglio, torniamo alla pubblicazione del documento completo, dopo l'Introduzione e la Prima Parte già pubblicati in precedenti post.
Buona lettura!

[...] Cominciamo indicando i passi dove compaiono gli anni in questione.

È chiaro che identificare alcune date, introdotte nelle quartine o nei passi della lettera, costituirebbe una preziosa indicazione perché farebbe uscire gli eventi profetizzati dall'aleatorietà delle interpretazioni generiche, permettendo di concentrarsi solo su quanto è avvenuto (o avverrà) nell'anno citato. Per questo motivo, possiamo ritenere, N. fa un uso ridottissimo delle datazioni e per questo diventano passi-chiave quelli in cui ne fa uso.
È importante quindi in questa sede verificare ed esaminare le Quartine, i passi della lettera a Enrico, e infine anche le Sestine, che contengano riferimenti a date. Preferiamo escludere i molti riferimenti astrologici, che di solito sono di difficile interpretazione e richiedono un efficace uso delle effemeridi.

mercoledì 13 marzo 2013

La Quartina X,91 e l'elezione di papa Francesco!

Stasera interrompo i post che pubblicano mano a mano il documento completo, che è pubblicato dal giorno 11 marzo e si trova al seguente link:
(per inviare osservazioni: nostradamus1609@gmail.com)

E' infatti indispensabile commentare brevemente l'evento di oggi: è stato da poche ore eletto il nuovo Papa.
Il cardinale Jorge Bergoglio, argentino di Buenos Aires, è stato eletto papa dal Conclave e ha assunto il nome di Francesco I.

Quindi, secondo la datazione celata, e la sua messa in chiaro in base all'ipotesi da me formulata e ampiamente illustrata e documentata, il giorno di oggi, 13 marzo 2013, corrisponde al Capodanno (1 gennaio) del 1609 della datazione celata.

Il prescelto ha delle caratteristiche che richiamano in modo impressionante la Quartina X, 91, che qui riporto:

Clergé Romain l'an mil six cens & neuf
Au chef de l'an fera election:
D'un gris & noir dela Compagnie yssu,
Qui onc ne fut si maling.

(Il Clero Romano, l'anno mille sei cento e nove / Al capo dell'anno farà elezione: / D'un grigio e nero della Compagnia uscito, / Che non ce ne fu così maligno.)

Quindi, Nostradamus ha previsto che il 1 gennaio 1609 della datazione celata il conclave avrebbe eletto un papa "gris & noir" "dela Compagnie yssu".
Sentendo la notizia da una vicina di posto, sulla metropolitana, ho immediatamente pensato alla provenienza argentina. L'Argentina è la terra che ha il nome dell'argento: e l'argento è grigio lucente, e diventa nero quando si ossida (come ben sa chi ripulisce l'argenteria di casa). Si tratta solo di una prima interpretazione a caldo, ma già notevole.

Subito dopo ho saputo che il papa è gesuita. Arriva quindi dalla Compagnia di Gesù, esattamente secondo l'ipotesi più plausibile, come spiegavo nel mio lavoro ben prima dell'elezione (e che, a onor del vero, era un'ipotesi non certo solo mia), della locuzione usata dal veggente.
Ma non basta: questo è il primo papa gesuita della storia.
E Nostradamus lo ha predetto più di 450 anni fa.

Per finire, ho ascoltato le prime parole del nuovo pontefice. Questi ha scherzato, con sense of humour, che i suoi fratelli cardinali dovevano scegliere il nuovo vescovo di Roma, e sono andati a prenderlo "quasi alla fine del mondo". E' evidente e suggestivo il riferimento spaziale, se si pensa che la Terra del Fuoco, la lingua sud dell'Argentina, è la parte più vicina all'Antartide, quindi lontanissima dal nostro emisfero boreale. Ma è inquietante e da brividi l'altro significato sotteso, sia pure involontariamente, nel discorso del papa: il riferimento temporale. Questo se si pensa di nuovo alla profezia di Malachia, e ancor più alle altre presunte profezie di Nostradamus.

Il quarto verso, per ora, non è verificabile. Esprimiamo l'auspicio che il suo significato sia diverso da quello apparente.


Ora ci possiamo mettere al lavoro. Ci sono buone probabilità che la datazione celata sia svelata definitivamente; questo non svela che una minima parte delle profezie, ma ci dà l'occasione per lavorare sulle altre quartine e sestine datate secondo il medesimo sistema.


martedì 12 marzo 2013

La datazione celata: parte prima


Nel momento in cui scrivo, sistematizzando e rivalutando una serie di appunti realizzati principalmente intorno al 2004-2005, una notizia improvvisa e per certi versi clamorosa ha scosso il mondo: il pontefice Benedetto XVI, al secolo Joseph Ratzinger, ha annunciato le sue dimissioni il giorno lunedì 11 febbraio 2013 nel corso di un Concistoro dedicato ad altri scopi. Queste dimissioni, divenute effettive il 28 febbraio scorso, sono un unicum nella storia recente della Chiesa (l'ultimo caso fu il “gran rifiuto” di Celestino V, più di 600 anni fa, che per tale scelta viene condannato da Dante) e aprono, vecchio Papa in vita, la necessità di un Conclave per l'elezione del nuovo Pontefice.

Ma oltre che per il modo in cui è avvenuta, la fine di questo pontificato riporta alla mente gli inquietanti scenari che emergono, ad esempio, da una antica e discussa profezia: quella attribuita a San Malachia, che riporta un elenco di 112 papi, identificati mediante un breve motto latino, a partire da Celestino II (1143-1144) e fino al De gloria olivae che dovrebbe corrispondere al papa uscente Benedetto XVI. Non interessa qui dilungarci sull'interpretazione dei vari motti né sulle ipotesi relative alla profezia, alla sua attendibilità e al suo autore1, ma solo accennare alla sua parte conclusiva. Come noto, infatti, il 113° Papa, chiamato Petrus romanus”, non è identificato da alcun motto ma a lui è dedicata la seguente descrizione in latino:

In persecutione extrema sacrae romanae ecclesiae sedebit Petrus romanus, qui pasces oves in multis tribolationibus; quibi transactis, civitas septis collis diruetur, et Judex tremendus judicabit populum suum.2

In altri termini, il prossimo Papa sarebbe l'ultimo, per la profezia di Malachia, e dopo di lui addirittura sarebbe distrutta la città di Roma e ci sarebbe il giudizio universale.

Va considerato che l'identificazione dei Papi collegati ai motti non è sempre certa, e talvolta compaiono pure gli antipapi dei periodi scismatici; tuttavia, ad avvalorare l'ipotesi che il papa chiamato “Petrus romanus” sia quello che deve venire, va osservato che tutti i motti del periodo recente, quello post-bellico, presentano una sufficiente aderenza con i Papi che hanno incarnato il motto stesso: dal Pastor angelicus del mite Angelo Pacelli, Pio XII, al “Pastor et nauta” di papa Roncalli, Giovanni XXIII, che fu patriarca di Venezia, fino a De medietate lunae di Albino Luciani che fu un papa di transito, perché durò poco più di un ciclo lunare (appena 33 giorni) a causa della sua morte prematura e mai chiarita, o ancora De labore solis attribuito a Giovanni Paolo II, papa Wojtyla, spiegabile sia con la sua provenienza da un paese dell'Est, sia con la sua attitudine ai viaggi intorno al globo. Sebbene qualche dubbio rimanga proprio per Benedetto XVI, se si dà credito alla profezia bisogna ammettere che è molto difficile pensare di non essere giunti al momento dell'ultimo Papa.


Dopo questa introduzione ci allontaniamo dalla profezia di Malachia ed esaminiamo quelle del famoso veggente Nostradamus.
Delle sue opere prenderemo in esame solo le Centurie, la lettera a Enrico II re di Francia e le Sestine (vedi breve Appendice).

Il lavoro deve un certo credito all'opera di Luciano Sampietro3, che coglie l'importanza di individuare una datazione dell'opera di Nostradamus mediante le indicazioni lasciate nella lettera al figlio Cesare, in quella a Enrico e in alcune quartine. Il ragionamento che svolge per individuare la data di partenza degli otto millenni di cui parla N. (affermando di trovarsi nel settimo al momento della scrittura della lettera, nel 1555) è in buona misura condivisibile, finché l'interprete non si spinge a cercare di decifrare le sequenze di avvenimenti biblici che gli consentirebbero l'esatta determinazione dell'anno di partenza degli otto millenni. Tuttavia, sembra in generale valida (senza voler qui entrare in dettagli) la considerazione secondo la quale, a noi che scriviamo, tocca vivere nell'ultima parte delle profezie in quanto il settimo millennio si compie in anni vicini al 2000 d.C.
Sampietro esamina anche le pochissime quartine, nelle quali Nostradamus fa riferimento ad anni precisi del calendario. In alcuni di questi casi, attribuendo a tali date un valore letterale, non si giunge a nulla in quanto in quegli anni storici (di poco successivi alla vita di N.) non accade niente che possa attagliarsi al passo citato.
Vi è poi un passo della lettera a Enrico dove sono menzionati, quali anni di rilievo, il 1585 e il 1606, pur senza indicare quali eventi avrebbero avuto luogo.

Al proposito, anche l'interpretazione della lettera a Enrico data da Sampietro, frutto di un'idea notevole, appare complessivamente ben argomentata e ricostruita. In sostanza, la tesi dell'interprete è che la lettera, che è suddivisa in passi preceduti da un numero romano progressivo, debba, da un certo punto in poi, essere assemblata ricomponendo i passi in un ordine diverso per coglierne il significato; tale tesi è giustificata dalla struttura incoerente di questa parte della lettera, che collide in modo evidente con la linearità della parte precedente. In pratica, fino al paragrafo XXXVI, il testo può essere letto nell'ordine, mentre dopo occorrerebbe riassemblare i vari passi. Con questo procedimento l'interprete mette in fila importanti eventi storici del passato; i passi rimanenti individuerebbero eventi collocati nel futuro, che prefigurano rilevanti sconvolgimenti del mondo attuale. Tuttavia, anche questa – è bene ricordarlo – rimane un'interpretazione, anche in virtù del fatto che il “riassemblaggio” dei passi è fatto senza alcuna “chiave”.

La lettera contiene inoltre, come accennato, due sequenze di passi nei quali vengono enumerati fatti biblici, messi in fila, con l'indicazione degli anni trascorsi tra un fatto e l'altro: in entrambi i casi i calcoli non coincidono fra loro né con quanto si legge nella Bibbia. Sembra probabile, per come N. li presenta, che in questi passi siano contenute informazioni per individuare la datazione complessiva delle opere profetiche.
Sampietro prova a venire a capo di questo rebus, commettendo però in questo caso varie forzature e, in definitiva, restando nel campo dell'aleatorio.
Convinti del fatto che esistano varie strade possibili per riuscire a datare almeno alcune delle profezie, noi trascureremo la datazione derivante dalla corretta interpretazione degli accadimenti biblici, per cercare invece di capire, con un metodo prevalentemente induttivo, quali date reali siano celate dagli anni citati sopra.

Cominciamo indicando i passi dove compaiono gli anni in questione.

È chiaro che identificare alcune date, introdotte nelle quartine o nei passi della lettera, costituirebbe una preziosa indicazione perché farebbe uscire gli eventi profetizzati dall'aleatorietà delle interpretazioni generiche, permettendo di concentrarsi solo su quanto è avvenuto (o avverrà) nell'anno citato. Per questo motivo, possiamo ritenere, N. fa un uso ridottissimo delle datazioni e per questo diventano passi-chiave quelli in cui ne fa uso.
È importante quindi in questa sede verificare ed esaminare le Quartine, i passi della lettera a Enrico, e infine anche le Sestine, che contengano riferimenti a date. Preferiamo escludere i molti riferimenti astrologici, che di solito sono di difficile interpretazione e richiedono un efficace uso delle effemeridi.


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per inviare osservazioni: nostradamus1609@gmail.com

1Secondo l'interprete Natale Lanza, Malachia (per vari motivi) non sarebbe altri che Nostradamus.
2Durante l'estrema persecuzione della santa romana chiesa, siederà [sul seggio] “Petrus romanus”, che pascerà le sue pecore durante molte tribolazioni; passate queste, la città dei sette colli sarà distrutta, e il Giudice tremendo giudicherà il suo popolo.
3Nostradamus settimo millennio”, Luciano Sampietro, 2001, edizioni PIEMME
4Allo spuntar del giorno, al secondo canto del gallo, / Quelli di Tunisi, Fez, e Bougie: / dagli Arabi catturato il “Re Marocco”, / l'anno mille sei cento e sette “de Liturgie”
5Il Clero Romano, l'anno mille sei cento e nove / Al capo dell'anno farà elezione: / D'un grigio e nero della Compagnia uscito, / Che non ce ne fu così maligno.

lunedì 11 marzo 2013

Introduzione: la datazione celata

Introduzione

Ormai da secoli, le opere del veggente di Salon, Michel de Nostradame (Nostradamus), sono oggetto di svariate letture e interpretazioni. Volta volta, sorgono interpreti che, con dosi variabili di umiltà, propongono la loro visione di ciò che il “profeta” ha voluto dire.
Di solito, e su questo concordiamo con altri interpreti, le profezie si possono interpretare solo dopo che l'evento profetizzato è già accaduto: infatti (a parte il punto di vista puramente scettico) sembra logico che le profezie siano state opportunamente mascherate, per consentire che il loro doversi compiere non pregiudicasse il libero arbitrio degli esseri umani coinvolti nell'evento. Tuttavia, in alcuni casi, eventi accaduti sono così ben inquadrati da lasciare colpiti per l'esattezza delle visioni avute da Nostradamus a metà del Cinquecento sul “tripode di bronzo”.

In questo breve lavoro, abbiamo voluto esplorare una particolarità.
In rari passi delle opere del veggente, gli eventi compaiono associati a una data. Quasi tutte le poche quartine datate e un passo della lettera a Enrico II (nonché molte sestine) individuano un particolare intervallo di date, quello che va dal 1580 al 1700 circa: nel sottoinsieme che va dal 1605 al 1620 accadrebbero, secondo le visioni di Nostradamus, molti eventi significativi della Storia. Tuttavia, poche sono le corrispondenze ipotizzabili tra gli anni reali del Seicento e i fatti narrati.

A partire da alcuni elementi, e con un metodo prevalentemente induttivo, formuliamo l'ipotesi che gli anni che ci troviamo a vivere all'inizio del nostro millennio siano compresi proprio in questo intervallo di date criptate.
Anzi, il conclave di questi giorni del marzo 2013, nel giorno della “fumata bianca” indicherà uno degli anni della “datazione celata” e ci darà la chiave per individuare con precisione le restanti date. Ma già oggi abbiamo buoni indizi per confermare l'ipotesi da me avanzata. Per scoprire quale ipotesi, e quali ragionamenti la sostengono, leggi il prossimo post o il documento completo che trovi in ogni post.

Il lavoro è suscettibile di ulteriori scoperte e – sperabilmente – conferme ed è a disposizione di altri interpreti o studiosi di Nostradamus o a chi sia anche solo curioso.


La pubblicazione del documento completo è soggetta a licenza “Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License” e la data della definitiva stesura e pubblicazione del documento (11 marzo 2013) è legalmente attestata da marca temporale.
Si prega quindi, nella diffusione, che è consentita e incoraggiata, di citare la fonte e l'autore (la pirateria lasciatela ai corsari del Mar dei Sargassi...) e di non tentare di appropriarsi dell'opera. Usarla come punto di partenza per approfondimenti, invece, può essere un buon uso di questo lavoro.


Buona lettura


documento completo https://www.dropbox.com/s/mqv98xvm05tfxxg/Datazione_Nostradamus_1.3.pdf
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L'introduzione a questo lavoro, con relative spiegazioni, è invece consultabile visitando il post di presentazione.