giovedì 17 marzo 2016

Attentati di Parigi: La predizione di Nostradamus!

Questo aggiornamento è decisamente fuori dell'ordinario.

Con un lavoro di alcune settimane siamo infatti riusciti a decifrare e discutere nei dettagli la Quartina che ha previsto i tremendi attentati terroristici del 13 novembre 2015 a Parigi.

Si tratta di una quartina-gioiello dal punto di vista stilistico e profetico (in quanto i fatti descritti sono invece terrificanti).

HO AVUTO L'ONORE DI PUBBLICARE L'ARTICOLO IN QUESTIONE SULLA RIVISTA "FENIX" di marzo, e con l'occasione ringrazio il direttore Adriano Forgione.

Quando sono accaduti i terribili attentati del 13 novembre 2015 a Parigi, di matrice islamista e rivendicati dallo Stato Islamico (IS), è stato chiaro sin da subito che si trattava di un evento drammatico paragonabile alla distruzione delle Torri Gemelle di New York dell'11 settembre 2001.
Ciò in quanto colpiva al cuore una città dell'Occidente e colpiva i simboli della vita occidentale: una qualsiasi serata vissuta dalla gente comune in una grande città europea o americana ricca di ristoranti, locali, eventi culturali, concerti*, partite di calcio**...
Inoltre l'evento ha colpito direttamente la Francia, anche se di riflesso l'intera Europa.
Inutile oggi ricordare i fatti, perché a noi vicini nella mente e descritti da innumerevoli interventi dei media; ma torneremo, nel seguito, ad aspetti specifici degli attacchi di terrore che hanno sconvolto e paralizzato la capitale francese.

Naturale pensare, per chi studia Nostradamus, che il veggente non abbia mancato di individuare un evento così micidiale dedicandogli almeno una delle quartine delle Centurie.

Tuttavia, per molto tempo, non sono stati trovati riferimenti – per quanto a nostra conoscenza – che, nello specifico, potessero attagliarsi ai fatti di Parigi. In rete sono apparsi articoli generici circa la previsione di una terza guerra mondiale, non suffragate da alcuna reale citazione di Nostradamus.
* come quello al teatro Bataclan
** come la partita allo Stade de France

Riteniamo adesso di aver buoni elementi per poter dire di avere individuato in quale quartina Nostradamus predice i fatti di Parigi.

Con lo scopo di prevenire una critica ricorrente, ricordiamo ai lettori che, nel leggere Nostradamus, sarebbe buona regola attenersi a quanto afferma il profeta stesso. Egli, nelle lettere a Enrico e al figlio Cesare, conferma la difficoltà di interpretazione della maggior parte delle quartine; afferma che si riconoscerà che una delle profezie si è verificata – esattamente come è scritta – solo dopo l'evento stesso, e che avrebbe potuto corredare ogni quartina con le date degli avvenimenti (e ciò è stato fatto per un numero limitatissimo di quartine.
Il profeta rifiuta però ogni ambiguità affermando che le profezie, per quanto enigmatiche, hanno sempre un solo senso e un'unica comprensione. Ciò nonostante, riteniamo, alcune espressioni possono ben avere più letture, ma tali da rafforzarsi tra loro mantenendo ciascuna un senso compiuto e sufficiente.
Dunque possiamo affermare che sarebbe stato difficilissimo ipotizzare il significato di questa quartina prima che l'evento si verificasse; ma anche decrittarne a posteriori una in più, e non una qualsiasi, aggiunge comunque elementi di conoscenza che possono servire per approfondire e sviluppare le ricerche sulla parte restante dell'opera.

L'articolo continua su "Fenix" di marzo, n.89, che trovate:
- in edicola, in versione cartacea
- in versione digitale, ad esempio su http://www.ezpress.it/index.php?category_id=&page=shop.browse&option=com_virtuemart&Itemid=67&keyword1=enigmi&search_op=and&keyword2=&search_category=0&search_limiter=anywhere&search=Cerca

  Leggete l'articolo: pensiamo ne valga la pena.
Per commenti privati all'autore: nostradamus1609@gmail.com

giovedì 3 marzo 2016

L'ultimo nome dell'elenco di Malachia

Oggi aggiorniamo il blog su un tema trattato solo in modo collaterale nel documento originale e successivi aggiornamenti.
Si tratta di un significativo approfondimento su uno dei motti della profezia di Malachia sui papi.
Ho avuto l'onore di veder pubblicato l'articolo in questione sul periodico "Enigmi" diretto da Dario Gulli, che qui pubblicamente ringrazio.

Gloria olivae
Per chi non la conoscesse, la cosiddetta profezia di Malachia è un testo attribuito al monaco irlandese medievale San Malachia, ma pubblicato solo nel 1595 ad opera di Arnoldo Wion1, che riporta un elenco di 112 papi, identificati mediante un breve motto latino, a partire da Celestino II (1143-1144) e fino al papa identificato dal motto “Gloria olivae”, cui segue una proposizione latina che sembra annunciare la fine della Chiesa:
In persecutione extrema sacrae romanae ecclesiae sedebit Petrus romanus, qui pasces oves in multis tribolationibus; quibi transactis, civitas septis collis diruetur, et Judex tremendus judicabit populum suum.2

Nell'ipotesi che l'elenco costituisse una profezia, lo sforzo compiuto da molti è stato quello di attribuire ogni motto latino ad un particolare papa, seguendo l'ordine dell'elenco, in base a caratteristiche del papa stesso che il motto poteva ricordare (il nome di famiglia, quello scelto, lo stemma, la città natale o quella dove esercitò importanti ministeri, il carattere, le azioni,...). Così, l'identificazione dei Papi collegati ai motti non è sempre certa, e talvolta compaiono pure gli antipapi dei periodi scismatici; tuttavia, va osservato che i motti del periodo recente, quello post-bellico, presentano una sufficiente aderenza con i Papi che hanno incarnato il motto stesso.
Questi i motti associati a ciascun papa a partire dal Novecento.

Lumen de coelo ..........................................................................Leone XIII
Ignis ardens ................................................................................Pio X
Religio depopulata.......................................................................Benedetto XV
Fides intrepida.............................................................................Pio XI
Pastor angelicus...........................................................................Pio XII
Pastor et nauta ..........................................................................Giovanni XXIII
Flos florum ..................................................................................Paolo VI
De medietate lunae...................................................................Giovanni Paolo I
De labore solis3.......................................................................Giovanni Paolo II
Gloria olivae.............................................................................Benedetto XVI

Così si va dal Pastor angelicus del mite Eugenio Pacelli, Pio XII, al “Pastor et nauta” di papa Roncalli, Giovanni XXIII, che fu patriarca di Venezia (città marinara per eccellenza), a “Flos florum” che descrive perfettamente la caratteristica dello stemma di Paolo VI, che contiene tre gigli4. Si arriva poi a De medietate lunae di Albino Luciani che fu un papa di transito, perché durò poco più di un ciclo lunare (appena 33 giorni) a causa della sua morte prematura e mai chiarita, e a De labore solis attribuito a Giovanni Paolo II, papa Wojtyla, motto spiegabile sia con la sua provenienza da un paese dell'Est, sia con la sua attitudine ai viaggi intorno al globo.

Col presente scritto si intende approfondire il significato del motto “Gloria olivae5 attribuito a Benedetto XVI.
L'articolo continua su "Enigmi" di marzo, n.9, che trovate:
- in edicola, in versione cartacea
- in versione digitale, ad esempio su http://www.ezpress.it/riviste.html?page=shop.product_details&flypage=flypage.tpl&product_id=3956&category_id=110

1E per tale motivo, nonché per altre considerazioni, il testo è considerato, dalla maggior parte degli storici, un'opera scritta, appunto, alla fine del Cinquecento.

2Durante l'estrema persecuzione della santa romana chiesa, siederà [sul seggio] “Petrus romanus”, che pascerà le sue pecore durante molte tribolazioni; passate queste, la città dei sette colli sarà distrutta, e il Giudice tremendo giudicherà il suo popolo.

3In sintesi i motti possono così tradursi: “Lumen de coelo” con “Luce dal cielo”; “Ignis ardens” con “Fuoco ardente”; “Religio depopulata” con “Religione spopolata”; “Fides intrepida” con “Fede intrepida”; “Pastor angelicus” con “Pastore angelico”; “Pastor et nauta” con “Pastore e marinaio”; “Flos florum” con “Fiore dei fiori”; “De medietate lunae” con “Dell'intermezzo della luna”; infine, “De labore solis” con “Della fatica del sole”.

4Il giglio, fiore della monarchia di Francia, può già da solo essere considerato “il fiore dei fiori”.

5(in) gloria dell'oliva o (in) gloria all'oliva