Uno dei punti di partenza di questo blog è stata l’individuazione dell’evento profetizzato da Nostradamus nelle (poche) Quartine in cui era presente una data.
Prendendo da questo le mosse, siamo giunti a individuare due Quartine che riportano una data che non può corrispondere all’anno “in chiaro” e cela evidentemente una data diversa:
VI,54
Au point du jour au second chant du coq,
Ceulx de Tunes, de Fez, et de Bugie:
Par les Arabes captif le Roy Maroq,
L'an mil six cens et sept de Liturgie
Essa ambienta l’evento nell’anno 1607 “de Liturgie”;
X, 91
Clergé Romain l'an mil six cens & neuf
Au chef de l'an fera election:
D'un gris & noir dela Compagnie yssu,
Qui onc ne fut si maling
Essa ambienta l’evento nell’anno 1609.
Dall’analisi dei fatti avvenuti (cosa che sarebbe stata impossibile per gli interpreti dei secoli precedenti) abbiamo attribuito alle due Quartine rispettivamente i seguenti eventi:
- l’omicidio di Gheddafi da parte di milizie ribelli, nel contesto della guerra civile libica in cui l’Occidente è pesantemente intervenuto (21 ottobre 2011);
- l’elezione, da parte del Conclave, di Jorge Mario Bergoglio (13 marzo 2013) al soglio di Pietro, che assume il nome di Francesco.
La ricostruzione si presentava internamente coerente, in quanto i due eventi distavano tra loro un tempo dell’ordine di due anni, così come le date celate.
Tuttavia, finora non ci era stato chiaro il motivo per cui il veggente di Salon avesse voluto connotare il 1607 della data celata con il misterioso attributo “de Liturgie”.
Infatti, cercando le epoche in cui erano stati codificati vari aspetti liturgici del culto cattolico, si trovavano date le più varie, tra cui alcune date situate alla fine del Trecento (non Milletrecento) ma non una data compatibile con la ricostruzione.
Solo cambiando un po’ la prospettiva, orientando diversamente l’angolo della ricerca, abbiamo trovato quella che con ogni probabilità è la spiegazione corretta della locuzione.
Infatti, nei primi anni del Quattrocento d.C. (non Milleequattrocento), in cui il Cristianesimo si affermava come religione di quanto restava dell’Impero Romano, ormai soggetto alle invasioni barbariche, e prossimo a rimanere solo nella sua parte d’Oriente, si conclude un’opera di grande importanza per la successiva vita della Chiesa: San Girolamo ultima le sue traduzioni delle Sacre Scritture.
Leggiamo (rielaborato) infatti dallo stesso sito vatican.va:
Per porre fine all’anarchia delle molte traduzioni esistenti della Sacra Scrittura, e assicurare alla Chiesa una traduzione di qualità migliore, papa Damaso I si rivolse nel 382 al suo segretario personale, Sofronio Eusebio Girolamo (circa 347-420), dotato di una notevole preparazione letteraria latina e greca. Entrambi erano letterati e amanti dei classici latini, quindi persuasi del fatto che la traduzione di un testo sacro così importante dovesse essere dignitosa anche nella lingua di destinazione, una traduzione bella e poetica, valida anche dal punto di vista artistico e retorico.
All’inizio dell’era cristiana giravano infatti numerose versioni non ufficiali della Bibbia (i vetera latina – vecchia tradizione latina) differenti tra loro, con parti mancanti e di qualità scadente.
Girolamo condivide un aspetto del pensiero di Cicerone: occorre rifuggire dalla tentazione di uno stretto letteralismo, nella convinzione che tradurre è riportare il senso secondo le forme proprie della lingua che si utilizza. Ma Girolamo, nel contempo, sostiene anche che tale criterio debba essere temperato nei confronti della Sacra Scrittura, dal momento che in essa «anche l'ordine delle parole è un mistero».
A Girolamo fu chiesta una traduzione
dalle lingue originali, che favorisse l'unità nella liturgia,
eliminando anche errori e imprecisioni delle precedenti
traduzioni.
Il lavoro iniziò con una revisione dei 4 vangeli
sul testo greco originale. Nel 386 Girolamo si trasferì a Betlemme,
in Palestina, dove poté studiare la lingua ebraica e aramaica. A
partire dal 390, si dedicò alla revisione dell'Antico Testamento,
che tradusse in gran parte fino al 404-405.
Data la sua autorevolezza (era stata commissionata direttamente dal papa) e la qualità del testo, la Vulgata soppiantò gradualmente le precedenti versioni latine: adottata da alcuni scrittori già nel V secolo, dal VI secolo diventò di uso comune, fino a diventare la versione egemone della Chiesa latina occidentale nel IX secolo. La Vulgata è tuttora il testo liturgico della Santa Messa in latino.
.In campo culturale, artistico, linguistico, e ovviamente religioso, l'influenza della Vulgata nella cultura occidentale è incommensurabile. Attraverso i secoli del Medioevo, del Rinascimento, della Riforma, l'opera monumentale di Girolamo ha rappresentato il fondamento sul quale si è sviluppata non solo la cultura cristiana occidentale, ma la stessa identità del continente europeo. Da essa hanno attinto ispirazione innumerevoli opere scultoree, pittoriche, musicali, letterarie.
La Vulgata, prima traduzione completa in lingua latina della Bibbia, rappresenta lo sforzo più impegnativo affrontato da Girolamo.
Il testo di Girolamo è stato la base per molte delle successive traduzioni della Bibbia, fino al XX secolo, quando per l'antico testamento si è cominciato ad utilizzare direttamente il testo masoretico ebraico e la Septuaginta, mentre per il Nuovo Testamento si sono utilizzati direttamente i testi greci. Dalla Vulgata sono tratte le pericopi per l'epistola e il Vangelo della Messa tridentina[11].
https://www.vaticano.com/la-vulgata-fondamento-della-cultura-cristiana/
La Vulgata rappresenta la traduzione canonica della Bibbia in lingua latina utilizzata dalla Chiesa cattolica.
Il suo titolo è dovuto alla dicitura latina “vulgata editio” ovvero “edizione per il popolo” rimarcando sia l’enorme successo che ottenne, facile da leggere alla portata del popolo, sia lo stile non eccessivamente raffinato.
Essa fu resa poi ufficiale dal Concilio di Trento e, in seguito, per ben quattrocento anni, essa è stata la traduzione in latino utilizzata dalla Chiesa Cattolica fino a quando fu revisionata ulteriormente dal Concilio Vaticano II.
Alcune fonti situano nel 405 d.C. il termine della scrittura della Vulgata di San Girolamo.
Altre fonti la situano nel 404 d.C.1
In nessuno dei due casi conosciamo una data precisa per mese e giorno.
Quindi possiamo affermare che la Vulgata ha rappresentato, per quasi 1600 anni, fino all’istituzione del Novus Ordo stabilito dal Concilio Vaticano II, la base fondamentale della Liturgia (in particolare: quella della Parola) della Messa antica, e che si tratta di un evento molto importante e permanente nella vita della Chiesa.
Da qui la tesi che con il termine “De Liturgie” Nostradamus abbia voluto riferirsi proprio alla data in cui Girolamo completa la realizzazione della Vulgata.
Tenendo conto che non conosciamo il momento esatto di completamento della Vulgata, se consideriamo l’anno 404 + 1607 = 2011: la data che si ottiene è compatibile con il 21 ottobre 2011, data dell’evento della Quartina VI,54.
Così come rimane compatibile anche 404 + 1609 = 2013, anno, in cui, il 13 marzo, avviene l’evento della Quartina X,91.
Ora si tratta di proseguire lo studio: una linea di lavoro potrebbe essere quella di individuare possibili leggi di ordinamento delle Quartine, non tanto mediante ipotetiche “chiavi”, ma proprio a partire dalle Quartine di cui ormai riteniamo sostanzialmente certa la data dell’evento, sia in quanto indicata da Nostradamus (in chiaro o celata), sia in quanto l’evento verificatosi è attribuibile in maniera pressoché inequivocabile.
20 ottobre 2025
data attestata da marca temporale
nostradamus1609
1https://www.studiarapido.it/la-vulgata-di-girolamo-notizie-storiche/
https://www.lacarrarainhumanitas.it/oip-opera/oip-san-girolamo-che-leva-la-spina-al-leone/
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