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venerdì 6 gennaio 2023

Guerra in Ucraina e questione Taiwan: una Quartina interessante

Dopo circa due mesi dalla pubblicazione di questo articolo su due prestigiose riviste, lo pubblico anche sul blog.

L'articolo è stato pubblicato sul numero 168 di FENIX (ottobre 2022), e sul numero 18 di ORIZZONTE ZERO (ottobre 2022), entrambe curate da Adriano Forgione, che ringrazio, con il medesimo titolo 

"CRISI RUSSO-UCRAINA: LA QUARTINA DI NOSTRADAMUS".

Buona lettura!


La pandemia che ha avuto inizio nell’anno 2020 ha messo in moto o accelerato meccanismi di cambiamento degli equilibri, tanto nella vita dei singoli quanto in quella della società. Non sono pochi coloro che parlano di un “mondo di prima” e di un “mondo di dopo”.


A costoro, è parso da subito illusorio che si potesse immaginare un ripristino della “normalità”, intesa come la vita moderna occidentale nel suo susseguirsi frenetico ma ripetitivo (per i critici, sintetizzabile nel motto "produci-consuma-crepa"), avendo individuato nella pandemia da Covid-19 uno spartiacque irreversibile e foriero di ulteriori e rapidi mutamenti.

A confermare la visione dei fautori di questo filone di pensiero arriva, il 24 febbraio 2022, lo scoppio della guerra avviata dalla Federazione russa contro l’Ucraina, che ha ragioni storiche e geopolitiche riconducibili a due motivazioni principali:


- L’avvicinamento sempre più marcato dell’Ucraina al mondo occidentale, che si sostanzia nell'auspicata adesione alla NATO e di quella all’Unione Europea; la prima in particolare costituisce una evidente minaccia militare ai confini occidentali della Russia;


- La forte connotazione russofona e filorussa delle regioni sud orientali ucraine (oltre alla Crimea, già di fatto annessa alla Russia nel 2014 dopo un plebiscito popolare) e la mancata integrazione delle stesse regioni nella “nazione” ucraina; il decennio trascorso evidenzia l’ostilità da parte dello stato ucraino verso gli abitanti di tali zone, con leggi e azioni mirate a sradicare sia il desiderio di autonomia sia i legami con la cultura russa delle aree del "Donbass".


La guerra innesca poi una serie di ritorsioni, adottate con determinazione, coesione e velocità da Europa e Stati Uniti nei confronti della Russia e persino del popolo russo, e acuisce la frattura tra l’Occidente e una diversa parte del mondo (Russia – Cina – India – Turchia – Iran e molti altri Paesi), che comprende Paesi molto popolati e con economie emergenti, che non aderisce alla narrazione unilaterale della guerra proposta dall’Occidente e alle conseguenti azioni messe in campo.

Vi è chi teme che tra gli effetti di queste sanzioni vi sia una traslazione dello storico baricentro europeo della Russia verso l'Asia.

Sono rilevanti, inoltre, i rischi di destabilizzazione che potrebbero portare a sviluppi fuori controllo (guerra atomica, guerra microbica,...), nonché i riflessi sulle economie.


Da studiosi di Nostradamus ci siamo chiesti: dopo la scoperta della quartina X,65 - trattata in altro articolo e dedicata alla campagna vaccinale anti Covid-19 e ai suoi effetti soprattutto in Italia - non è ragionevole pensare che vi siano predizioni inerenti la guerra russo – ucraina e le tensioni geopolitiche odierne?

Abbiamo quindi proseguito le ricerche e individuato una quartina che, con le dovute ipotesi, si riferisce a nostro avviso a tali vicende.


domenica 7 settembre 2014

L'inedita gravità della situazione internazionale

Visti gli eventi accaduti e che stanno accadendo, pur senza per il momento trarre paralleli con le profezie di Nostradamus, pubblichiamo questa analisi della situazione internazionale attualeche purtroppo presenta scenari di particolare gravità.
Nel frattempo prosegue il lavoro, per ora off-line, su un volumetto sulla credibilità di Nostradamus, di cui contiamo di pubblicare una prima parte tra non molto.
L'inedita gravità della situazione internazionale

Mentre il nostro Parlamento si balocca con grottesche riforme istituzionali, i cittadini che hanno un lavoro rientrano dalle ferie agostane e quelli che non ce l’hanno lo cercano, solo negli ultimi giorni ci stiamo accorgendo, in modo molto parziale, della gravità degli eventi internazionali che stanno avvenendo nelle ultime settimane – ma in gestazione da molto più tempo.
Siamo vittime di una generale fase di riflusso dell’impegno sociale (risultato raggiunto “brillantemente” da chi ha pianificato la crisi economica europea degli ultimi sette anni), del tradizionale disinteresse dell’opinione pubblica italiana per la politica estera, e dell’assuefazione a scenari di guerra, fame e distruzione che avvengono sempre in teatri più o meno lontani dal nostro giardino e perciò hanno radicato in noi un’inconscia convinzione di invulnerabilità. Lo stesso abuso della strategia del terrore ha contribuito a questa inedita indifferenza alla guerra e ai suoi frutti; inoltre, le generazioni che tenevano vivo l’orrore per la guerra sono ormai scomparse e i racconti orali, ben più efficaci dei libri e delle immagini abusate, si tramandano sempre meno.

Eppure gli squilibri economici tra le popolazioni del mondo sono andate solo accentuandosi nei decenni del dopoguerra e ancor di più con la fase neoliberista.
Eppure il sogno – incubo occidentale del pensiero unico, del “There is no alternative” del dopo- crollo del sistema sovietico non è servito a omologare e soggiogare nel profondo della loro cultura immense masse di popolazione terrestre. I tre esempi più vicini all’Europa? L’immenso mondo arabo; la Russia; la Cina. Ce ne sono molti altri (tra cui India, Sudamerica), ma non così minacciosi, per varie ragioni.
Eppure l’economia occidentale, specialmente quella europea, è fragilissima ben al di là delle stupide e pericolose ricette di austerity: è fragilissima perché si regge sull’importazione di materie prime e soprattutto energia fossile (gas, petrolio) dai Paesi produttori. Quali i più importanti? L’immenso mondo arabo e la Russia.