Dopo la doverosa e importante digressione sull'attualità, con la clamorosa conferma della datazione celata mediante la verifica della X, 91 con l'elezione di papa Bergoglio, torniamo alla pubblicazione del documento completo, dopo l'Introduzione e la Prima Parte già pubblicati in precedenti post.
Buona lettura!
[...] Cominciamo indicando i
passi dove compaiono gli anni in questione.
È chiaro che
identificare alcune date, introdotte nelle quartine o nei passi della
lettera, costituirebbe una preziosa indicazione perché farebbe
uscire gli eventi profetizzati dall'aleatorietà delle
interpretazioni generiche, permettendo di concentrarsi solo su quanto
è avvenuto (o avverrà) nell'anno citato. Per questo
motivo, possiamo ritenere, N. fa un uso ridottissimo delle datazioni
e per questo diventano passi-chiave quelli in cui ne fa uso.
È importante
quindi in questa sede verificare ed esaminare le Quartine, i passi
della lettera a Enrico, e infine anche le Sestine, che contengano
riferimenti a date. Preferiamo escludere i molti riferimenti
astrologici, che di solito sono di difficile interpretazione e
richiedono un efficace uso delle effemeridi.
Uno dei riferimenti è
nella Quartina VI, 54 (la cui importanza è colta anche da
Sampietro):
Au point
du jour au second chant du coq,
Ceulx de
Tunes, de Fez, et de Bugie:
Par les
Arabes captif le Roy Maroq,
L'an
mil six cens et sept de Liturgie.1
In questa quartina è
citato l'anno 1607 con il misterioso attributo “de Liturgie”.
Anche tenuto conto che in
tale anno storico non è avvenuto nulla che possa assomigliare
ai fatti descritti, sembra plausibile che il riferimento “de
Liturgie”, per quanto oscuro, avverta il lettore che tale datazione
non è in chiaro, ma
celata, e quindi riferita a un anno reale ben diverso.
Un'altra quartina che
presenta un chiaro riferimento a una data è la Quartina X, 91:
Clergé
Romain l'an mil six cens & neuf
Au chef de
l'an fera election:
D'un gris
& noir dela Compagnie yssu,
Qui
onc ne fut si maling.2
In questa quartina è
citato l'anno 1609, senza l'attributo “de Liturgie”.
Nel 1609, è il
caso di dirlo, non avvenne nessuna elezione papale ma “regnava”
tranquillamente Paolo V.
Vediamo ora in quali
altre quartine vi sono delle date.
I, 49:
Beaucoup
avant telle menees,
Ceux
d'Orient par la vertu lunaire:
L'an mil
sept cens feront grand emmenees,
Subiuguant
presque le coing Aquilonaire.3
Qui è citato
l'anno 1700. Non è peraltro escluso che possa indicarsi invece
l'anno 1000 o l'anno 1007, se 700 oppure 100 fosse il numero di
coloro che “faranno grandi spostamenti”. Questa seconda ipotesi
appare comunque più improbabile.
Non è chiaro se la
quartina possa riferirsi a eventi del passato. Vi è tuttavia
un evento del 1700 storico che potrebbe essere profetizzato dalla
quartina: vi fu la grande guerra del Nord in cui Russia, Polonia,
Danimarca e Sassonia combatterono contro la Svezia per l'egemonia sul
Baltico. Il re Carlo XII di Svezia, prima ridusse la Danimarca
all'impossibilità di nuocere a nord di Copenaghen, poi batté
a Narva (città dell'Estonia, all'epoca possedimento svedese)
la Russia di Pietro il Grande (novembre 1700). La guerra proseguì
in varie parti d'Europa negli anni seguenti con una serie di vittorie
di Carlo, infine sconfitto a Pltava nel 1709. Egli si rifugiò
in Turchia, venne fatto prigioniero (1713), fuggì a cavallo
per tutta Europa fino a Stralsunda sul Baltico, infine fu ucciso in
Norvegia nel 1718. Alcuni trattati con Hannover, Prussia e Russia
concludono la guerra nel 1721.
Tuttavia il linguaggio
criptico (d'Orient, lunaire, Aquilonaire) non permette una
convincente attribuzione dell'evento citato alla quartina.
Nella III, 77 vi è
poi un altro chiaro riferimento:
Le tiers
climat sous Aries comprins,
L'an mil
sept cens vingt & sept en Octobre
Le Roy de
Perse par ceux d'Egypte prins:
Conflit,
mort perte: à la croix grand opprobe.4
Nel 1726 il condottiero
persiano Ashraf guidò vittoriosamente la rivolta della tribù
afghana Hotaki contro l'impero Ottomano, sconfiggendo il più
numeroso esercito avversario durante la battaglia di Khoramabad. In
seguito, nell'ottobre del 1727, stipulò un trattato di pace
con i Turchi, col quale si assicurò il titolo di Shah (Re) di
Persia, rinunciando in buona parte alle pretese territoriali. Ashraf
sarà in seguito ricordato come “Napoleone di Persia”, per
le sue campagne contro l'Impero Ottomano e in India e, in quanto
promotore di una particolare corrente religiosa di matrice Sciita, si
può ritenere che per N. la sua affermazione rappresenti un
oltraggio alla religione cristiana.
In questo caso, quindi,
la data indicata sembra essere “in chiaro”, pur rimanendo oscuro
il riferimento alle genti d'Egitto.
La Quartina VI, 2 rimane
molto misteriosa e presenta due date (il 580, con il particolare del
“più e meno” in aggiunta e il 700, o 703):
En l'an
cinq cens octante plus & moins,
On
attendra le siecle bien estrange:
En l'an
sept cens, & trois cieux en tesmoings,
Que
plusieurs regnes un à cinq feront change.5
Osserverei soltanto che
se ci si riferisce a una datazione “in chiaro”, gli anni indicati
devono essere intesi con l'aggiunta del mille davanti, come facciamo
noi abitualmente per i secoli successivi all'anno mille. Tuttavia
l'assenza del “mil” (unica quartina dove accade, mentre diventa
frequente nelle Sestine) potrebbe non essere priva di significato,
anche alla luce della singolare locuzione “plus & moins” che
conclude il primo verso. Si può inoltre affermare che se la
prima data indicata è “in chiaro”, appare singolare che N.
definisca strano il secolo che segue il 1580, cioè il
Seicento, rispetto a quelli successivi su cui profetizza; è in
ogni caso bizzarro che si possa riferire proprio a un anno 580
l'attesa del secolo successivo.
Ne possiamo trarre una
linea di approfondimento: la data indicata nel primo verso (ottenuta
forse mediante il corretto uso del “più e meno”) potrebbe
riferirsi all'anno '99 di un certo secolo, secondo la datazione in
chiaro o una celata
.
...CONTINUA
documento completo https://www.dropbox.com/s/mqv98xvm05tfxxg/Datazione_Nostradamus_1.3.pdf
per inviare osservazioni: nostradamus1609@gmail.com
5Nell'anno
cinque cento ottanta più e meno, / Si attenderà il
secolo ben strano: / Nell'anno sette cento, e tre cieli lo
testimoniano, / Che molti regni uno a cinque cambieranno.
1Allo
spuntar del giorno, al secondo canto del gallo, / Quelli di Tunisi,
Fez, e Bougie: / dagli Arabi catturato il “Re Marocco”, / l'anno
mille sei cento e sette “de Liturgie”
2Il
Clero Romano, l'anno mille sei cento e nove / Al capo dell'anno farà
elezione: / D'un grigio e nero della Compagnia uscito, / Che non ce
ne fu così maligno.
3Molto
prima di tali intrighi, / Quelli d'Oriente per la virtù
lunare: / l'anno mille sette cento faranno grandi spostamenti, /
Soggiogando quasi la cotogna d'Aquilone.
4Il
clima terzo compreso in Ariete, / L'anno mille sette cento venti e
sette nel mese di ottobre / Il re di Persia da quelli d'Egitto
preso: / Conflitto, morte perdita: alla croce grande obbrobrio.
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