venerdì 15 marzo 2013

La datazione celata: seconda parte

Dopo la doverosa e importante digressione sull'attualità, con la clamorosa conferma della datazione celata mediante la verifica della X, 91 con l'elezione di papa Bergoglio, torniamo alla pubblicazione del documento completo, dopo l'Introduzione e la Prima Parte già pubblicati in precedenti post.
Buona lettura!

[...] Cominciamo indicando i passi dove compaiono gli anni in questione.

È chiaro che identificare alcune date, introdotte nelle quartine o nei passi della lettera, costituirebbe una preziosa indicazione perché farebbe uscire gli eventi profetizzati dall'aleatorietà delle interpretazioni generiche, permettendo di concentrarsi solo su quanto è avvenuto (o avverrà) nell'anno citato. Per questo motivo, possiamo ritenere, N. fa un uso ridottissimo delle datazioni e per questo diventano passi-chiave quelli in cui ne fa uso.
È importante quindi in questa sede verificare ed esaminare le Quartine, i passi della lettera a Enrico, e infine anche le Sestine, che contengano riferimenti a date. Preferiamo escludere i molti riferimenti astrologici, che di solito sono di difficile interpretazione e richiedono un efficace uso delle effemeridi.

Uno dei riferimenti è nella Quartina VI, 54 (la cui importanza è colta anche da Sampietro):

Au point du jour au second chant du coq,
Ceulx de Tunes, de Fez, et de Bugie:
Par les Arabes captif le Roy Maroq,
L'an mil six cens et sept de Liturgie.1

In questa quartina è citato l'anno 1607 con il misterioso attributo “de Liturgie”.
Anche tenuto conto che in tale anno storico non è avvenuto nulla che possa assomigliare ai fatti descritti, sembra plausibile che il riferimento “de Liturgie”, per quanto oscuro, avverta il lettore che tale datazione non è in chiaro, ma celata, e quindi riferita a un anno reale ben diverso.

Un'altra quartina che presenta un chiaro riferimento a una data è la Quartina X, 91:

Clergé Romain l'an mil six cens & neuf
Au chef de l'an fera election:
D'un gris & noir dela Compagnie yssu,
Qui onc ne fut si maling.2

In questa quartina è citato l'anno 1609, senza l'attributo “de Liturgie”.
Nel 1609, è il caso di dirlo, non avvenne nessuna elezione papale ma “regnava” tranquillamente Paolo V.

Vediamo ora in quali altre quartine vi sono delle date.

I, 49:

Beaucoup avant telle menees,
Ceux d'Orient par la vertu lunaire:
L'an mil sept cens feront grand emmenees,
Subiuguant presque le coing Aquilonaire.3

Qui è citato l'anno 1700. Non è peraltro escluso che possa indicarsi invece l'anno 1000 o l'anno 1007, se 700 oppure 100 fosse il numero di coloro che “faranno grandi spostamenti”. Questa seconda ipotesi appare comunque più improbabile.
Non è chiaro se la quartina possa riferirsi a eventi del passato. Vi è tuttavia un evento del 1700 storico che potrebbe essere profetizzato dalla quartina: vi fu la grande guerra del Nord in cui Russia, Polonia, Danimarca e Sassonia combatterono contro la Svezia per l'egemonia sul Baltico. Il re Carlo XII di Svezia, prima ridusse la Danimarca all'impossibilità di nuocere a nord di Copenaghen, poi batté a Narva (città dell'Estonia, all'epoca possedimento svedese) la Russia di Pietro il Grande (novembre 1700). La guerra proseguì in varie parti d'Europa negli anni seguenti con una serie di vittorie di Carlo, infine sconfitto a Pltava nel 1709. Egli si rifugiò in Turchia, venne fatto prigioniero (1713), fuggì a cavallo per tutta Europa fino a Stralsunda sul Baltico, infine fu ucciso in Norvegia nel 1718. Alcuni trattati con Hannover, Prussia e Russia concludono la guerra nel 1721.
Tuttavia il linguaggio criptico (d'Orient, lunaire, Aquilonaire) non permette una convincente attribuzione dell'evento citato alla quartina.

Nella III, 77 vi è poi un altro chiaro riferimento:

Le tiers climat sous Aries comprins,
L'an mil sept cens vingt & sept en Octobre
Le Roy de Perse par ceux d'Egypte prins:
Conflit, mort perte: à la croix grand opprobe.4

Nel 1726 il condottiero persiano Ashraf guidò vittoriosamente la rivolta della tribù afghana Hotaki contro l'impero Ottomano, sconfiggendo il più numeroso esercito avversario durante la battaglia di Khoramabad. In seguito, nell'ottobre del 1727, stipulò un trattato di pace con i Turchi, col quale si assicurò il titolo di Shah (Re) di Persia, rinunciando in buona parte alle pretese territoriali. Ashraf sarà in seguito ricordato come “Napoleone di Persia”, per le sue campagne contro l'Impero Ottomano e in India e, in quanto promotore di una particolare corrente religiosa di matrice Sciita, si può ritenere che per N. la sua affermazione rappresenti un oltraggio alla religione cristiana.
In questo caso, quindi, la data indicata sembra essere “in chiaro”, pur rimanendo oscuro il riferimento alle genti d'Egitto.
 
La Quartina VI, 2 rimane molto misteriosa e presenta due date (il 580, con il particolare del “più e meno” in aggiunta e il 700, o 703):

En l'an cinq cens octante plus & moins,
On attendra le siecle bien estrange:
En l'an sept cens, & trois cieux en tesmoings,
Que plusieurs regnes un à cinq feront change.5

Osserverei soltanto che se ci si riferisce a una datazione “in chiaro”, gli anni indicati devono essere intesi con l'aggiunta del mille davanti, come facciamo noi abitualmente per i secoli successivi all'anno mille. Tuttavia l'assenza del “mil” (unica quartina dove accade, mentre diventa frequente nelle Sestine) potrebbe non essere priva di significato, anche alla luce della singolare locuzione “plus & moins” che conclude il primo verso. Si può inoltre affermare che se la prima data indicata è “in chiaro”, appare singolare che N. definisca strano il secolo che segue il 1580, cioè il Seicento, rispetto a quelli successivi su cui profetizza; è in ogni caso bizzarro che si possa riferire proprio a un anno 580 l'attesa del secolo successivo.
Ne possiamo trarre una linea di approfondimento: la data indicata nel primo verso (ottenuta forse mediante il corretto uso del “più e meno”) potrebbe riferirsi all'anno '99 di un certo secolo, secondo la datazione in chiaro o una celata
...CONTINUA
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5Nell'anno cinque cento ottanta più e meno, / Si attenderà il secolo ben strano: / Nell'anno sette cento, e tre cieli lo testimoniano, / Che molti regni uno a cinque cambieranno.


1Allo spuntar del giorno, al secondo canto del gallo, / Quelli di Tunisi, Fez, e Bougie: / dagli Arabi catturato il “Re Marocco”, / l'anno mille sei cento e sette “de Liturgie”
2Il Clero Romano, l'anno mille sei cento e nove / Al capo dell'anno farà elezione: / D'un grigio e nero della Compagnia uscito, / Che non ce ne fu così maligno.
3Molto prima di tali intrighi, / Quelli d'Oriente per la virtù lunare: / l'anno mille sette cento faranno grandi spostamenti, / Soggiogando quasi la cotogna d'Aquilone.
4Il clima terzo compreso in Ariete, / L'anno mille sette cento venti e sette nel mese di ottobre / Il re di Persia da quelli d'Egitto preso: / Conflitto, morte perdita: alla croce grande obbrobrio.

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